di Beppe Grillo – La
scuola è la fucina dove si forgiano le nuove generazioni. Sembra davvero
un luogo fantastico. Ed è facile pensare che sia vero, soprattutto
quando si ritorna con la mente a quegli anni passati, a quella
spensieratezza.
Poi se ci penso bene la scuola non è che
mi piacesse più di tanto, e penso sia successo a tutti di sentirsi
prigioniero, di esultare se riuscivamo a non avere compiti. Diciamolo
pure, questo luogo che in teoria dovrebbe aprire le porte del futuro, è
terribilmente noioso. La morte dei sensi. Altro che risvegliarli.
Ma perché è cosi? Pensate che ogni sette
anni la quantità di conoscenze raddoppia di numero. Sono milioni di
nuove idee, informazioni, ricerche, notizie ogni anno. Di fronte ad una
mutabilità così impressionante, è strano vedere che le nostre scuole
sono rimaste più o meno le stesse per un secolo.
Il nostro sistema premia il conformismo,
l’individualismo, la competizione ad ogni costo e con ogni mezzo,
perché l’importante è vincere. Come in una gara, si scoraggia la
condivisione, l’altruismo, il senso critico, tutte caratteristiche delle
grandi menti.
Renè Descartes diceva: “Se vuoi
diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua
vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose.”
E quindi ho dubitato, ma non ci è voluto
tanto perché mi imbattessi in alcune classifiche riguardo le scuole e
le università. Ho visto la classifica degli alunni migliori al mondo, e
con stupore ho visto che le varie classifiche non combaciano.
Ci si aspetta che nelle migliori università, di solito statunitensi, ci siano gli studenti migliori. Non è cosi. I migliori al mondo sono i finlandesi. La Finlandia? Ho cercato nel web, ho trovato molto materiale, ho visto alcuni documentari e sono rimasto senza parole.
Partiamo con qualche dato, giusto per darvi l’idea di cosa stiamo parlando. Nelle
terre nordiche ci sono 62.000 insegnanti in 3.500 scuole. Più della
metà dei suoi studenti elementari sono immigrati. I vari test condotti
globalmente hanno rivelato che i giovani finlandesi sono i migliori
lettori del mondo, secondi in scienza, terzi in matematica, ecc.
Ho scoperto così che la bella Italia ha
negli anni adottato sempre più un modello anglosassone. Che comunque, va
detto, è il modello un po’ copiato ovunque, visto che le migliori
università sono li.
Ma quale è questo modello anglosassone?
É quella pratica che premia i migliori,
che introduce la concorrenza tipica del mercato anche nel sistema
scolastico. Tantissimi finanziatori e personalità hanno abbracciato
questo modello, come Bill Gates e Obama con la sua iniziativa Race to the Top.
Anche in Italia è così. Le scuole
migliori ricevono più finanziamenti, quelli che “producono” più laureati
ricevono più soldi. Statistiche su statistiche. Se produci tot, sei
bravo, altrimenti via! Come con il mercato. Ma se misuri solo le
statistiche, perdi l’aspetto umano.
E lo vediamo anche noi, nel nostro
piccolo. Studiamo inglese 3 anni alle medie, 5 anni alle superiori,
facciamo magari anche un esame all’università e poi, dopo 18 anni di
inglese, non lo sappiamo. E lo stesso vale per altre materie. Cose che
abbiamo ripetuto fino alla morte, come Napoleone, Cavour, poi nessuno le
ricorda.
Capite? Passiamo anni a ripetere
qualcosa, fare test, interrogazioni su interrogazioni e poi non ce lo
ricordiamo nemmeno. Così non arriva nemmeno l’insegnamento che c’è
dietro.
Ma allora che sistema di educazione hanno in Finlandia? Scopro che da anni in Finlandia non ci sono test, classifiche, competizione tra studenti e tra scuole.
La competizione è un sistema che trasforma tutti i rapporti. Io contro
di te. Io contro tutti. Quindi anche contro l’insegnante, che è visto
come un nemico, da eludere, ad ogni costo.
In Finlandia tutte le scuole sono
finanziate con fondi pubblici e sono pubbliche. Non c’è una scuola
migliore di un’altra, sono tutte uguali e buone. Il 93% dei finlandesi si diploma, il 66% frequenta l’istruzione superiore, la percentuale più alta dell’Unione europea. Non ci sono quasi compiti a casa, passano poche ore al giorno a scuola, 2-3 ore, al massimo 4.
In tutte le scuole si fa musica, arte, sport, religione e artigianato tessile, cucina persino.
L’inglese inizia in terza elementare, lo svedese in quarta elementare.
Alla quinta elementare i bambini hanno aggiunto la biologia, la
geografia, la storia, la fisica e la chimica. Il lavoro è di squadra, non individuale. Si lavora spesso all’aperto, nei boschi. Ogni 45 minuti di lezione ce ne sono 15 di gioco.
Le nostre scuole preparano ai test, alle interrogazioni, a superarle, a superare gli esami. Le università sono esamifici, gli studenti non studiano, passano esami e test, compiti ed interrogazioni. Siamo bravissimi in questo. La lontananza dal mondo del lavoro, ma dal mondo in generale è dovuto a questo.
Non so se è il miglior metodo del mondo,
ma le nostre scuole sono state concepite per l’ubbidienza, sono fatte
ad immagine della fabbrica. É ora di cambiare questa scuola.
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